Che sdolcinata del cazzo sei. È chiaro che devi provare qualcosa, è innato. Poi se stai lì a rimuginarci troppo arrivi a credere che sia amore. Hai visto cosa succede agli uomini che amano? Perdono l'amore e poi non gli rimane più un cazzo.
-- Charles Bukowski

OLIMPIADI Beijing 2008. ( Boicottare le olimpiadi?)


L’Italia non deve partecipare alle Olimpiadi di Pechino perchè i giochi Olimpici sono bagnati del sangue dei tibetani, sarebbe opportuno che gli atleti italiani facessero outing contro la dittatura.

Il candidato sindaco del Pdl a Roma, Gianni Alemanno ha chiesto oggi (16 marzo) una petizione per boicottare le olimpiadi di Pechino e ha dichiarato “Quello che sta succedendo in Tibet in questi giorni ha macchiato di sangue, in maniera gravissima, le Olimpiadi di Pechino della prossima estate. La comunita’ internazionale, a partire da Roma citta’ simbolo di dialogo e pace, non puo’ rimanere inerme di fronte ad un tale scempio. I giochi olimpici rappresentano, da sempre, un momento celebrativo della fratellanza tra i popoli tant’e’ che storicamente, durante il loro svolgimento, venivano interrotte tutte le guerre. Inoltre i Giochi sono un’occasione per riaffermare il valore universale dei diritti umani ed impedire la violazione dei diritti democratici. A tutto questo il Governo Cinese sta venendo meno. Dopo le tristi vicende della Birmania..., in questi giorni episodi ancora piu’ gravi si stanno ripetendo in Tibet ad opera del Governo Cinese e fino ad ora sono rimaste inascoltate le raccomandazioni promosse da Amnesty International, come a nulla e’ valso l’appello del Dalai Lama alle autorita’ Cinesi perche’ abbandonino l’uso della forza per reprimere le pacifiche e democratiche proteste del popolo Tibetano”. Nella petizione si chiede, qualora queste condizioni non vengano soddisfatte, di adottare la decisione di ritirare la partecipazione della delegazione Italiana ai Giochi Olimpici di Pechino 2008 e promuovere analoghe iniziative e decisioni di tutti gli altri paesi dell’Unione Europea. (AGI) .

Intanto il Dalai Lama denuncia lo stato di terrore ma non chiede che vengano boicottate le olimpiadi e in una conferenza stampa nella località indiana di Dharmsala, dove vive in esilio ha detto che in Tibet è in atto “un genocidio culturale” e ha chiesto: “Fate un'inchiesta se possibile... Una qualche organizzazione internazionale può tentare di indagare su quale sia la situazione in Tibet”.

Secondo il Premio Nobel per la Pace, nella regione himalayana è in atto «una discriminazione sistematica» e «i tibetani nella propria terra sono trattati da cittadini di seconda classe» . «Che la Cina lo ammetta o meno, il Tibet si trova ad affrontare un grave problema». «(Il governo cinese) conta semplicemente sull'uso della forza per simulare la pace, una pace imposta con la forza usando il governo del terrore”.

Nel frattempo la Cina lancia un durissimo ultimatum ai manifestanti tibetani: "I criminali che non si arrendono entro la mezzanotte di lunedì saranno puniti duramente in base alla legge", è il comunicato diffuso ieri dal governo locale del Tibet. Le minacce di punizioni esemplari si estendono "a chiunque ospiti e nasconda i rivoltosi ricercati dalla polizia".

A meno di cinque mesi dalle Olimpiadi, evento sportivo di grande prestigio per la Cina, il governo ostenta tranquillità come se la tragedia del Tibet non avesse alcuna ricaduta potenziale sui Giochi. Perfino la preparazione dell'arrivo della torcia olimpica sull'Everest, secondo il portavoce Sun Weide, "procede alla perfezione secondo i programmi". Il rappresentante del comitato olimpico cinese ha aggiunto che "ogni tentativo di politicizzare questo evento è contrario allo spirito stesso dei Giochi".

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