Non ho più anima. L'ho data alla luce e al rumore,
sento solo un vuoto immenso laddove avevo l'anima...
Sono qualcosa di esteriore appena,
cosciente appena di già niente essere...
appartengo alla baldoria e alla crapula della notte,
esse mi hanno, disperso mi ritrovo
in ogni grido ebbro, in ogni tono
di luce nell'ampia pancia delle bottiglie.
Partecipo nella nebbia luminosa,
dell'orgia e della menzogna del piacere.
È una febbre, un vuoto che in me
mi confessa già morto... Tasto, attorno
alla mia anima, frammenti del mio essere,
con l'immortale vezzo di scrutarmi.
tratto da Primo Faust - Il fallimento del piacere e dell'amore
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